Pinacoteca Nazionale

La Pinacoteca Nazionale è uno dei più importanti musei italiani. Situata in via di San Pietro nei Palazzi Buonsignori e Brigidi, raccoglie pregevoli opere coprendo un arco cronologico che va dal Duecento fino al Settecento. La sua nascita si deve e due eruditi locali: gli abati Giuseppe Ciaccheri e Luigi De Angelis i quali radunarono tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento un considerevole numero di opere. La vasta collezione fu inaugurata all’interno dei due prestigiosi palazzi nel 1932 con ordinamento scientifico ad opera di Cesare Brandi.

La visita alla Pinacoteca inizia al secondo piano con opere che cronologicamente vanno dal Duecento fino al Quattrocento inoltrato. Tra i dipinti trecenteschi si ricordano i lavori di Duccio di Buoninsegna e dei suoi seguaci, le tavole di Simone Martini coma la Pala del Beato Agostino Novello, i capolavori dei fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Tra i quadri di artisti di spicco vissuti nel XV secolo si ricordano le pitture del Sassetta, di Sano di Pietro, di Matteo di Giovanni e del poliedrico Francesco di Giorgio Martini.

La visita, che segue un rigoroso ordine cronologico, prosegue al primo piano con dipinti del Cinquecento e del Seicento senese. Mirabili le opere del Sodoma e del Beccafumi: di quest’ultimo si ricordano le Stimmate di Santa Caterina da Siena e il San Michele che caccia gli angeli ribelli, capolavoro incompiuto destinato alla chiesa del Carmine ma respinto per le nudità dei ribelli. Vi sono inoltre delle sale dedicate ai maestri del Seicento senese di cui si rammentano i più celebri come Francesco Vanni, Rutilio Manetti, Pietro Sorri e Bernardino Mei. Recentemente uno degli ambienti è stata dedicato alla scultura trecentesca con marmi di Agostino di Giovanni, del figlio Giovanni e di Gano di Fazio. Da questa sala si gode un suggestivo panorama sui tetti di Siena.

Il terzo piano ospita le opere della Collezione Spannocchi che ha dato un più ampio respiro al museo grazie alle tele di maestri europei, in particolare fiamminghi, tedeschi e olandesi. Tra i tedeschi, infatti, menzioniamo le opere di Albrecht Altdorfer e il San Gerolamo di Albrecht Durer. Non mancano in questo nucleo le testimonianze artistiche del Cinquecento veneto grazie a Lorenzo Lotto, Tintoretto e Paris Bordon.