Palazzo e Loggia della Mercanzia

Palazzo della Mercanzia a Siena

Palazzo della Mercanzia

L’antico Palazzo della Magistratura della Mercanzia, dalle dolci e soavi forme gotiche-rinascimentali, posto tra i vicoli di San Pietro e di San Paolo, rimpiazzò nel Trecento la Chiesa di San Paolo ed il Palazzo di Pepe Melianda.

L’opera, ideata da Sano di Matteo e Pietro del Minella tra il 1417 ed il 1428, rappresentativa dello stile senese del Quattrocento, segna il passaggio dall’epoca medioevale a quella rinascimentale. La sua architettura, maestosa ed elegante, è formata da due piani sovrapposti: la loggia inferiore e quella superiore. Quest’ultima è costituita da grandi finestroni di gusto barocco, mentre la parte inferiore si sviluppa in un ampio loggiato con tre grandi arcate e pilastri imponenti.

Importanti a livello artistico e degne di nota sono le statue di Antonio Federighi, collocate all’interno delle nicchie sui pilastri che sorreggono le volte, raffiguranti San Savino, Sant’Ansano e San Vittore (tre dei quattro antichi santi protettori di Siena) e quelle ritraenti San Pietro e San Paolo di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, ritenute tra le opere più significative del Rinascimento senese.

Al di sotto della Loggia vi sono due bei pancali marmorei: quello di destra del Federighi con rappresentazioni di “Uomini illustri romani” a rilievo, e quello a sinistra di Urbano da Cortona con le “Virtù Cardinali”.

Concludono l’opera i pregevoli stucchi ed affreschi che ornano le volte del porticato, eseguiti da Pastorino dei Pastorini e da Lorenzo Brazzi detto il Rustico, tra il 1549 ed il 1553.

Il Palazzo della Mercanzia, chiamato poi Loggia di San Paolo, Loggia della Mercanzia o Loggia dei Nobili, fu totalmente ristrutturato e modellato nelle forme attuali dall’architetto Ferdinando Fuga poco dopo il 1760.

La facciata posteriore, prospiciente la cosidetta Croce del Travaglio, dove si incontrano Via Banchi di Sopra, Via Banchi di Sotto (rami dell’antica Via Francigena che attraversava la città) e Via di Città, fu l’unica salvata dalle demolizioni del Fuga.