Il mito di Rossellana tra Siena e l’Oriente
Tra storia e leggenda (con una netta predominanza di quest’ultima), si snoda la vicenda poco conosciuta di una bellissima ragazza senese del Rinascimento, Margherita Marsili, detta “la bella Marsilia” o anche “la Rossellana“, per via della fluente chioma ramata.
Nell’aprile del 1543 Margherita si trovava in Maremma con i familiari, che possedevano la rocca di Collecchio. Una sera la ragazza si era trattenuta su una delle torri per ammirare il mare: qui si racconta avesse udito voci sullo sbarco di pirati saraceni sulla costa a sud, notizie che l’avevano un po’ preoccupata. Margherita tuttavia non riteneva che la cosa potesse interessarla, ma volgendo lo sguardo verso la spiaggia scorse improvvisamente una serie di fiammelle illuminarsi sulla riva.
Ser Giovanni, padre di Margherita, avvertito del pericolo, stava precipitosamente chiamando a raccolta e armando tutta la servitù, oltre che i figli e gli altri ospiti della rocca, preparandosi così a respingere l’attacco dei turchi, quando questi già stavano avanzando verso Collecchio. A capo dell’assalto era l’ammiraglio della flotta saracena, Kayhr-el-Din, detto “Ariadeno” dal popolo toscano, famoso per la sua audacia e ferocia; dove non trovava oro o preziosi, le sue prede preferite erano fanciulli robusti che potevano essere venduti sui mercati orientali degli schiavi o ragazze giovani e belle destinate agli harem dei potenti.
Ser Giovanni e i suoi vennero presto sopraffatti dagli assalitori che sfondarono le porte e irruppero nella rocca. Margherita, in catene, fu trascinata via sulla nave mentre giurava a suo padre ed ai fratelli che li avrebbe vendicati. Ariadeno già pensava di trarre il massimo profitto dalla sua “preda” rivendendola a qualche notabile della corte.
Tornato a Costantinopoli, infatti, la vendette a Ibrahim Pascià, Gran Visir di Solimano II, che però non la trattenne con sé ma ne fece dono al Sultano. Non sappiamo se Margherita fosse o meno soddisfatta di questo scambio, ma probabilmente il suo unico pensiero era quello di riuscire a vendicare la propria famiglia, anche se non sapeva ancora come e quando.
Il Sultano si mostrò invece entusiasta di lei, dei suoi capelli rossi e della pelle chiara, così rara dalle parti di Costantinopoli e, pare, si innamorò di lei. Margherita entrò così a far parte dell’harem del Sultano, ma il ruolo di moglie secondaria non le andava molto a genio.
Usando astuzia e fascino, si fece nominare da Solimano favorita ufficiale, ottenendo così tutti i vantaggi di questa posizione: da questo momento la Rossellana, dimostratasi molto scaltra, ebbe un’enorme influenza sul Sultano, fino al punto di farsi sposare ufficialmente divenendo così la sua prima moglie. Incontenibile nella sua ascesa al potere, poco alla volta riuscì a neutralizzare anche i figli che Solimano aveva avuto dalle precedenti spose ed amanti.
Ciò non toglie che la furba senese ebbe una vita coniugale felice col marito, che le donò quattro figli. La leggenda narra ancora che il maggiore dei ragazzi, Selim, salì al trono di un impero sterminato assicurando alla discendenza di Margherita onore e potenza per molti secoli. A suo modo la Rossellana aveva portato a termine la vendetta: da allora in poi il popolo ottomano, che così barbaramente l’aveva strappata ai suoi affetti, sarebbe stato governato per lungo tempo dai suoi discendenti.
Bellissima storia, ma purtroppo ci sono documenti più che attendibili dai quali si apprende che la famosa Roxelana, favorita e poi sposa del grande Sultano Solimano il Magnifico, da lui ribattezzata Hurrem (“Colei che da la Gioia”) e seppellita a fianco del Sovrano nell’omonima moschea di Istanbul, in realtà si chiamava Alexandra Anastasia Lisowska e venne rapita dalla città natale di Rohatyn, nell’odierna Ucraina Occidentale, a nord della Crimea.