Laura Steirer: scatti d’autore
Una volta finiti gli studi sono tornata al mio paese di origine, dove ho trovato felicemente lavoro nel mio settore, fotografa e postproduttrice. 🙂
Studiando presso la Fondazione Marangoni, che cosa hai appreso e quali imput ti ha dato seguire una scuola di fotografia?
Studiare alla Marangoni mi ha reso molto piü sensibile alla fotografia di quanto già fossi, la scuola non consiste nella mera tecnica fotografica, ma in molto di più. La FM mi ha inseganto a guardare oltre l’ovvio e a sfidare me stessa nel portare a conclusione i progetti iniziati, anche se lunghi.
Adesso vivi in Austria, me nel tuo passato ci sono la Toscana e Siena: hai un ricordo, un frame che porti con te?
Si! Adesso vivo in Austria, ma Siena fa ancora parte del mio presente, penso spesso alle cose che mi legano a questa piccola grande città, dove tutti si conoscono, e tutti sanno tutto di tutti.
Out of emotional control che cosa ha rappresentato per te? E’stato un passepartout per aprirsi al mondo?
Out of emotional control più che un passepartout per aprirsi al mondo è stato un modo per aprire e far capire me stessa attraverso una sequenza di immagini interposte.
A questo progetto, frutto di un mio stato emozionale, ho deciso di dare come titolo: ”Out of emotional controlo/Fuori controllo emotivo”. Qui ho provato a far sentire agli altri ciò che provo io, a partire dalla cavia che ho scelto (non a caso una mia grande amica e attrice), a cui ho chiesto di farmi da soggetto per le foto.
Ho montato un video in cui le foto scorrono veloce una dopo l’altra e si soffermano per qualche secondo in più sulle foto che ritengo le più forti, in modo da appesantire la percezione dei miei stati d’animo.
Ho accompagnato al video un audio d’ambiente (con dei leggeri echi) in modo scomposto rispetto allo scorrimento dei fotogrammi, per allontanare la percezione degli stati d’animo dall’ambiente in cui sono state scattate le foto.
Ho cercato di svelare i miei stati d’animo attraverso l’espressività di un corpo in movimento; ho cambiato spesso gli abiti alla modella per dare un’ulteriore sensazione del tempo che scorre, ho scelto un luogo abbandonato per rappresentare l’isolamento, un muro come ostacolo per rappresentare la mia incapacità di relazionarmi con gli altri. Infine ho scelto di rappresentare uno sfondo in movimento con lo scorrimento delle immagini per mettere in evidenza l’instabilità della situazione, e come ultima immagine ho scelto il soggetto che scompare del tutto dall’ambientazione, inizio di una nuova vita e la speranza di aver superato un ostacolo.
Contatti:
Commenti
I commenti sono chiusi.