Pia De’ Tolomei tra storia e leggenda
Narra la storia, circonfusa di leggenda, che Pia de’ Tolomei sarebbe stata la prima sposa di Nello de’ Pannocchieschi, Signore del Castel di Pietra e Podestà di Volterra e di Lucca, Capitano della Taglia Guelfa nel 1284 e vissuto almeno fino al 1322. La Tolomei, vittima di un’infelice vita coniugale, sarebbe stata assassinata ad opera del marito che la fece precipitare da una finestra del suo maniero, Castel di Pietra (situato in Maremma), dopo averla reclusa, probabilmente a causa della scoperta di un’infedeltà da parte di lei, oppure per liberarsene in maniera sbrigativa, desideroso di risposarsi con un’altra damigella, Margherita Aldobrandeschi Contessa di Sovana e di Pitigliano.
Sulla figura di Pia, tra realtà e mito, sono stati scritti moltissimi libri, alcuni basati su fatti esclusivamente storici, altri coinvolgendo i molti racconti della tradizione popolare toscana. Quasi tutti sono concordi sul fatto che la donna appartenesse alla Famiglia Guastelloni di Siena, casato di nobili e banchieri, e che avesse sposato in prime nozze Baldo d’Aldobrandino dei Tolomei, di cui rimase vedova nel 1290, dopo aver dato alla luce due figli.
Deceduto il primo marito, a partire dal secondo matrimonio con il Signore di Castel di Pietra in poi, le vicende di Pia si complicano decisamente: alcune versioni sostengono che la donna non fosse in grado di dare eredi a Nello e, per questa ragione, lui l’avesse fatta uccidere da alcuni sicari. Altre ci raccontano appunto di un tradimento da parte della donna e della gelosia del suo consorte, bramoso di sposare Margherita a discapito di sua moglie.
Innegabili certe verità storiche ma su questa appassionante telenovelas ante litteram, probabilmente, la verità non la scopriremo mai. Resta un curioso “reperto” a lei riferito (almeno dalla leggenda popolare) lungo la statale SP73bis che da Siena porta a Massa Marittima, nei pressi di Rosia. Si tratta di un ponte a schiena d’asino, costituito da una sola arcata a tutto sesto e sorretto da un basamento a scarpa, creato a tal modo per far sì che le acque del torrente sottostante non indebolissero le sue fondamenta. Ancora oggi è possibile attraversarlo a piedi, ma è necessario fare molta attenzione perché il ponte è privo di parapetti.
Questo ponte fu eretto in epoca romana e successivamente ricostruito intorno all’anno Mille: la tradizione vuole che da qui sia passata la Pia de’ Tolomei per recarsi in esilio nel Castel di Pietra in Maremma. L’evento è ricordato nel Canto V del Purgatorio della Divina Commedia: “Deh, quando tu sarai tornato al mondo / e riposato della lunga via”/ seguitò il terzo spirito al secondo, / “Ricorditi di me, che son la Pia; / Siena mi fè, disfecemi Maremma: / salsi colui che innanelata pria / disposando m’avea con la sua gemma”. Quel “ricorditi di me…” è uno dei più struggenti passi della Divina Commedia, riferito ad una donna che pare aver vissuto un’esistenza triste, solitaria, malinconica ed incompresa. Ci sono forti “sospetti” che la biografia di questa gentildonna senese vissuta nel 1200 sia stata ricostruita a tavolino, proprio a partire dal passo dantesco e integrando varie informazioni rinvenute negli archivi.
La vicenda umana di Pia, così lontana da noi temporalmente, pare avere invece un forte eco specialmente nei nostri tempi, così tristemente ricchi di cronache che riportano storie di donne vittime di abusi, maltrattamenti e femminicidi ad opera di uomini violenti e brutali. Il personaggio ha ispirato nei secoli svariati poemi, tragedie, romanzi, film e perfino in tempi non lontani un’opera rock firmata da Gianna Nannini. Ciò a dimostrare di come abbia sempre suscitato interesse la storia triste di questa vera e propria “anima in pena”. Sul ponte di Rosia sono in molti a giurare di aver visto il fantasma della nobildonna, immobile e quieta, nelle notti prive di luna, circondata da un flebile chiarore, vestita di bianco e con un velo a coprirle il volto. Che Pia stia ancora aspettando di salire in Paradiso? In fondo è stata proprio lei a confessare a Dante che nessuno della sua famiglia avrebbe pregato per lei…
bellissima storia come d’altronde stupendi i luoghi dove sarebbero successi.
La vorrei come portabandiera a nome di tutte le donne che hanno subito violenze corporali e psicologiche.
Tutti gi anni,a Gavorrano ,in agostoo,viene rievocata la triste storia della Pia..!Ogni anno partecipo a questa rievocazione emozionante..