Adriano Giotti: restare in scena. Ebrezza sensoriale/effetto emozionale.
Oggi è con noi un artista a 360 gradi: Adriano Giotti
Ciao Adriano come stai? Leggendo la tua biografia incuriosisce che hai iniziato con le poesie per poi diventare regista.
Un’ infazia e un’ adolescenza trascorsa a Poggibonsi, una laurea in scienze della comunicazione a Siena e poi leggo “annoiato della Toscana ho preferito prendere altre vie”.
Raccontaci un pò di te..
- Non è strano, molti artisti iniziano ad esprimersi con la prima forma espressiva con la quale vengono in contatto. Ed io avevo iniziato con le poesie. Sembrano due mondi diversi, ma a guardarle bene, le poesie sono riflessioni che diventano immagini. E’ un po’ fare cinema, no? La parte poetica fa parte del mio dna di regista, infatti la conservo anche nel mio cinema e nei miei videoclip, io sono un esploratore, un narratore di esperienze: racconto la realtà, cerco le mie storie, ma ogni volta trovo il lato poetico. Anche nella realtà più dura c’è spazio per un’apertura alla poesia. “Realismo magico” mi disse una volta un mio amico riferito al mio modo di fare cinema.
- Dopo l’università a Siena mi sono spostato a Torino per frequentare la Scuola Holden di Alessandro Baricco, è là che ho affinato il mio modo di creare. Ho passato tre anni in quella che è la migliore scuola di narrazione e scrittura creativa d’Italia. Lavorando sia sulla prosa che sulla sceneggiatura per arrivare a capire i fondamenti di emozionare attraverso le immagini. In particolare, Alessandro Baricco mi ha seguito personalmente come tutor durante il terzo anno, aiutandomi a trovare dentro di me la mia prima sceneggiatura per lungometraggio.
- Dopo, essendo stato selezionato dalla Casa del Cinema di Roma come sceneggiatore per un workshop di due mesi, ho deciso di trasferirmi nella Capitale dove attualmente vivo. In Italia, è qua che si fa il cinema. Gli attori vivono qua, i produttori e le case di produzione hanno base qua. Si può scrivere e girare ovunque, ma tutto nasce e si sviluppa qua.
Il primo tuo lavoro in cui mi sono imbattuta è Hermitage green (per la canzone not your Lover) una vera e propria ballata rock (anche dal punto di vista visuale) girato in parte proprio in Toscana. Pensi mai che la tua terra di origine possa essere ancora parte di te e del tuo futuro?
- E’ uno dei miei videoclip migliori. L’inizio l’ho girato in Toscana, a Follonica per la precisione. Ma solo per una questione logistica: ovvero i bambini vivevano in Toscana. Mentre il resto del video l’ho girato tra Ostia e Roma.
- Link videoclip: https://www.youtube.com/watch?
v=Sr10_5dDqZo - La Toscana, o meglio, la Toscana Film Commission ha contribuito a rendere reale una delle storie alle quali ero più legato ovvero ha finanziato il mio corto “A vuoto” che quest’anno è stato selezionato al Festival di Venezia nella Sezione Giovani Autori Italiani, dopo essere stato finalista ai Globo d’Oro l’anno scorso e in altri festival italiani e esteri. Il corto racconta la notte in cui un ragazzo decide di far esplodere un distributore di benzina per regalare alla sua ex-ragazza il più bello spettacolo del mondo e poterla così riconquistare. Ma è quello che sta sotto alle azioni che mi interessava raccontare ovvero arrivare a mettere sullo schermo il vuoto della nostra generazione in maniera cruda ma reale.
- Trailer: https://vimeo.com/127016436
- Per quanto riguarda il futuro, chissà, non escludo nulla. Anche se me piace cambiare città ogni due-tre anni. Ne ho bisogno per trovare le mie storie. Per esempio negli ultimi mesi mi divido tra Roma, Madrid e Palma di Maiorca. E ovviamente gli Stati Uniti sono il posto dove mi piacerebbe fare cinema: raccontare il loro mondo attraverso il mio punto di vista. Sì, quello è il mio sogno.
Quest’anno (2016) hai scritto e diretto uno struggente cortometraggio intitolato Esseri di Stelle; prodotto da RAI CINEMA. Uno spaccato di amore struggente, un inno alla vita in cui metti in evidenza l’anoressia sia femminile che maschile. Un problema diffuso, di cui si parla ancora non nel modo giusto. Ci vuoi dire cosa ti ha mosso ad affrontare questa storia?
- L’anoressia è un tema sempre attuale. Putroppo fin da piccoli veniamo esposti a modelli estetici e di vita che scavano nell’insicurezza delle persone. E’ una questione di valori e di accettazione di se stessi. Spesso, inoltre, nel caso dell’anoressia si somma questo problema con il contrasto forte con una delle due figure genitoriali e il confronto con la perfezione diviene irraggiungibile. Essere anoressici è una corsa verso la perfezione, una corsa in cui il traguardo si sposta ogni volta più in là.
- Trailer: https://www.youtube.com/watch?
v=uTYYl1IoHTE - Ho deciso di affrontare questa storia mosso da un’esperienza molto profonda e intima per la quale sono passato. L’emozione nasce dallo sguardo e lo sguardo nasce da cosa si è visto. Non conosco altro modo di fare arte con efficacia. Esseri di stelle racconta la storia di un coppia di anoressici che decide di vivere assieme, parla del loro amore e del loro volersi, ma anche della gravità quando la malattia dell’uno inizia a rafforzare la malattia dell’altro. E’ stato impegnativo raccontarlo, soprattutto per i due attori che erano già sottopeso e sono dovuti dimagrire quasi 10 kg, stando digiuni totalmente i giorni vicini alle riprese e senza bere acqua le 15 ore prima di girare per prosciugare ancora di più il corpo. E, naturalmente, rischiando di restare attaccati ai personaggi anche dopo le riprese. Rischio che, lavorando con attori di metodo abituati a diventare il personaggio e non soltanto ad interpretarlo, è sempre in agguato, specialmente in casi come l’anoressia quando il dimagrire diventa un pericolo mentale.
2014: è l’anno di Piume corto che ha vinto al Giffoni Film Festival il premio Amnesty International Award. Guardandolo ho pensato: amaro come il cacao puro 100%, leggiadro come un fiocco di neve. Il razzismo può essere ancora sconfitto?
Forse la tolleranza dovrebbe essere un diritto da NON dimenticare?
- Ogni giorno spero che il razzismo sia solo un ricordo del passato. Ma putroppo la cronoca quotidiana e le strade continuano a dimostrare il contrario. Quello che ho voluto comunicare con il mio corto è che il razzismo è qualcosa di insensato. Per questo il protagonista pur essendo un razzista, non riesce a spiegarlo al figlio. Il razzismo è non voler vedere l’altro.
- Samuele, il protagonista del corto, infatti è un giovane padre di famiglia che per mantere l’affidamento del figlio, è costretto a lavorare in un macello avicolo dove i suoi colleghi sono tutti di colore. Samuele è razzista, ma tiene a suo figlio più di ogni altra cosa, e per questo ogni giorno sopporta. Fino a quando uno di loro non gli salva la vita e avere un debito con una persona che reputa inferiore è la cosa peggiore che possa succedere ad un razzista.
- Trailer: https://www.youtube.com/watch?
v=-LnN5DBRdHY
Un tema quello del sociale abbrutito e abbandonato che rivedo anche nel cortometraggio MOSTRI (2015 – finaziato da IMAIE e Regione Lazio)… quanto la musica e la psicologia ti aiutano a creare tali esperimenti che poi sono la vita reale?
- “Mostri” affronta dove può arrivare il rapporto tra un padre e un figlio. Alessandro Benvenuti, celebre attore toscano, ha interpretato alla perfezione il ruolo del padre silente che ha accompagnato il figlio ex-tossicodipente durante tutta la sua vita e decide di accompagnarlo anche per questo giorno, il giorno più duro, quello dove il figlio deve portare il suo cane ad essere soppresso. E’ stato un vero onore per me, toscano, poter dirigere l’attore che, fin da piccolo, tante volte avevo visto sul grande schermo.
- Per questo lavoro volevo un’atmosfera ancora più dura, al limite del documentarismo. Per questo ho deciso di non usare la musica. Non volevo niente che potesse aggiungere qualcosa alla durezza delle immagini: lo spettatore doveva vivere le emozioni stando assieme ai personaggi, senza nient’altro appiglio. E’ l’unico mio corto senza musiche.
- Le musiche nei miei lavori sono molto importanti, perché riescono a completare il mio approccio potetico alla realtà, ad infondere quel grado di calore alla nuda freddezza delle mie immagini. Per esempio ci tengo a citare che in “A Vuoto” le musiche sono state composte da Teho Teardo (compositore vincitore del Davide di Donatello che tra i vari lavori ha composto musiche per i film di Paolo Sorrentino, Claudio Cupellini e Daniele Vicari) che ha fatto un lavoro splendido scavando nell’animo del protagonista per arrivare al nucleo del suo vuoto esistenziale. In “Esseri di stelle” invece le musiche sono state composte dai Mokadelic (che hanno composto le musiche della serie Gomorra e di “Come Dio comanda” di Salvatores) che hanno saputo rendere ancora più drammatico, magico e poetico il finale, accompagnando i due protagonisti del corto divenuti simulacri di loro stessi.
Concludo questa intervista con Abbiamo Tutta la notte da te diretto nel 2012 e vincitore del premio 48 ore Film projects promosso da RAI 5.
Ho percepito un senso di non finito in molti dei tuoi progetti e proprio in questo short film ho sentito quanto è importante poter esaudire un Desiderio quando ormai è troppo tardi. Un invito a non rimandare a domani? Abbiamo tutta la vita ma io sono per il carpe diem…l attimo fuggente…condividi?
- Sì, nei corti mi piace tenere il senso di non finito. O meglio. Mi piace sollecitare nella mente dello spettatore delle domande e delle risposte, non si può dire tutto. L’emozione si nutre proprio del non-detto. E non vorrei mai che lo spettatore a fine proiezione si congedi dicendo “è solo un corto”. Voglio suscitare di più. Voglio che il mio granello di realtà cambi qualcosa dentro di lui, un piccolo cambio di punto di vista. Già mi basta.
- Carpe diem. Condivido, certo. Mai rimandare a domani. Se fossi uno abituato a rimandare, non mi sarei mai mosso di casa. Bisogna lottare per raggiungere i propri sogni. E’ sempre più difficile nella situazione economica attuale del cinema, ma questo non deve essere preso come una scusa, ma come una spinta a fare di più. Fare cinema è emozionare. E per emozionare non serve altro che una storia, una telecamera e dei bravi attori. Quindi, sei hai un desiderio, datti da fare per esaudirlo con stile.
- Link al corto: https://vimeo.com/59308195
- Link alla mia pagina: https://vimeo.com/adrianogiotti e https://bantamu.com/users/1592-adriano-giotti
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