Il Meraviglioso mondo di Carlotta
Quando il fare c’innamora
Una giornata di pioggia a Montalcino, una dolce fanciulla con l’ombrello arancione si avvicina a me: in maniera semplice, spontanea, inizia il mio incontro con colei che amo definire l’Artigiana della val d’Orcia…
Bastano poche parole per fare un identikit artistico di colei che da alcuni anni, attraverso l’utilizzo della carta, è riuscita a modellare sculture innovative e viventi. Nata in questo stupendo lembo di pianeta che si chiama Val d’Orcia, Carlotta Parisi cresce a Montalcino. Fin da piccola inizia ad esplorare il mondo a lei circostante, cercando di esprimersi attraverso il disegno e piccoli lavori manuali. Dopo le scuole superiori decide di lasciare la Toscana per studiare illustrazione editoriale a Milano. Quindici anni fa il suo rientro a Montalcino dove apre una piccola bottega. Proprio qui inizia una nuova avventura che le ha permesso di disegnare, illustrare libri, inventare oggetti e apprendere l’arte dell’argilla, insieme al maestro Alberto Cavallini .
Tuttavia nel 2011 Carlotta sente l’esigenza di spogliarsi dalle molteplici produzioni che realizzava per concentrasi sulla scultura, e proprio le papier-machè sono diventate l’ultima evoluzione della sua versatilità artistica. Proprio quell’anno realizza 6 personaggi volteggianti che diventeranno poi i protagonisti del Paper cirkus (un progetto che coinvolgeva personaggi e animali del circo e che introduceva nei foyers dei teatri), lo spettacolo del famoso trasformista Arturo Brachetti. Da allora, pur continuando a lavorare anche come illustratrice, la scultura è divenuta la sua attività principale. Un’ Artista poliedrica, ma che cambiando rotta ha deciso fortemente di offrire al pubblico un nuovo imprinting.
Un’artigiana che ama l’arte in tutte le sue forme e da autodidatta si è avvicinata anche allo studio della storia dell’arte. Tuttavia, da sempre si avverte in lei lo spirito di un’operaia del creare che, attraverso la gestualità, ha cercato di migliorare e di compiere una piccola magia: fare dell’artigianato il vero artigianato artistico.
Provenendo dal mondo dell’illustrazione ovvero da una scuola, si avverte in ogni sua creazione l’importanza dell’esercizio del disegnare, del colorare, che diventano costanza, pazienza, precisione. Ogni volta che realizza una scultura traspare che debba applicare il suo talento al mestiere. Creare senza affinare, ideare senza elaborare, porta a delle illusioni ma non a delle definizioni. Questo passaggio alle sculture è stato un salto nel buio ma anche nella luce: l’esigenza di cambiare ovvero iniziare con sincerità un nuovo percorso che non per forza avrebbe snaturato il suo io, la sua coscienza e conoscenza. Tutto ciò viene reso ancor più evidente già dalle sue prime creazioni come Musicanti di Brema, seguiti poi dalla cosiddetta Pifferaia magica accompagnata da alcuni gatti fatati.
Proprio quest’ultima tipologia di animale e la figura femminile sono diventati temi ricorrenti, che poi ha sviluppato negli anni anche con la creazione di personaggi come la Nunziatina, la Giannina, Caterina, o con l’elaborazione della Donna accompagnata da una casa e dal cipresso. Omaggi alla bellezza di questa terra, ma anche un’esaltazione delle donne che tante volte sono state ritratte a livello scultoreo dai maestri trecenteschi, come Francesco di Valdambrino, che ancora oggi sono visibili nel museo civico e diocesano di arte sacra di Montalcino. Ogni opera da lei creata ha un anima in acciaio, una pelle di carta ed a volte capelli di rame intrecciati a viticci di viti. Ognuna di esse parla agli altri, esprime il proprio essere.
Navigando su internet sono inciampata in tale descrizione, per riassumere il suo lavoro: “La tridimensionalità non è un punto di arrivo, ma una realtà che è sempre vissuta, fin da bambina, dentro di Carlotta. Il materiale delle sculture “di carta” (non di cartapesta, una definizione un po’ fuorviante, troppo legata al mondo carnevalesco) si impone e colpisce il cuore per la sua leggerezza, fortezza e semplicità”. Parole che incentrano fortemente il tema della capacità dell’essere in grado di saper fare.
Quando una persona scopre il proprio Talento e non lo coltiva, tutto diventa inutile. Fatica, impegno, costanza, sono i suoi compagni di viaggio che le permettono di andare avanti nella sua ricerca di vita artigiana. Mettere in atto, con declinazioni e tecniche differenti, ciò che in potenza ha già trovato forma di esistere.
Fra i suoi vari incontri, la vita di Carolotta ha incrociato quella del cantautore Guccini. Dunque mi sono permessa di concludere questo mio breve testo con alcune parole dell’ “Avvelenata” …affinchè l’ingegno, la laboriosità assieme alla fantasia, siano sempre libere da preconcetti e false categorie…
Ma s’ io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
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