Renato Collini e la sua arte
L’arte di Renato Collini si snoda attraverso varie fasi e percorsi, che ben incarnano la sua continua ed a tratti spasmodica ricerca. A partire dalle sue prime opere a china, violentemente e brutalmente espressionistiche, nelle quali le figure si divincolano e si aggrovigliano nelle pose più sgraziate ed assurde, fino a giungere alle più tenere e dolci Madonne della sua attività più recente.
Pittura, scultura, incisioni, graffiti, tecniche miste, materiali e supporti eterogenei. Tutto è arte, tutto è espressione per Renato Collini. Anche la scrittura, attraverso la poesia, è un’altra finestra aperta sull’animo sensibile e singolare dell’artista.
Un filo rosso collega ogni aspetto della sua arte: è il pathos, la ricerca affannosa di una via per esprimere i propri sentimenti, il proprio ego.
Vado a trovare Renato Collini nella sua abitazione a Castellina Scalo. Appena entrato, salgo le scale a chiocciola che mi portano nella mansarda, adibita a studio privato dell’artista. Sono circondato da un’unica immensa opera d’arte, un murale che, illusionisticamente, crea l’effetto di un soppalco aperto sulla campagna circostante, con lo skyline di Siena che compare sullo sfondo. Ci mettiamo a sedere al tavolo da lavoro ed iniziamo l’intervista.
Renato Collini ci racconti i suoi studi e l’inizio della sua attività
Fin da bambino, sono sempre stato affascinato dalla pittura. Già in quinta elementare regalai ad un conoscente un quadro con Santa Caterina, fatto completamente con le mie mani,. Negli anni successivi ho frequentato l’Istituto d’Arte a Siena. Appena conclusi gli studi ho aperto una mia piccola bottega in Santa Caterina. Cinque anni dopo ho chiuso la mia attività ed ho iniziato a fare altri lavori. Ormai è da più di venti anni che svolgo delle funzioni al camposanto della Misericordia di Siena. Durante questi anni ho scritto anche un libro.
Un libro di poesie. Ho iniziato per caso. Un giorno ho scritto la prima, poi la seconda e senza accorgermene mi sono ritrovato ad averne così tante che ho deciso di raccoglierle in un libro. Purtroppo ora non ho più tempo libero per continuare a scrivere.
Ritornando alla sua attività, quali sono le tecniche che solitamente utilizza per i suoi lavori?
Un po’ di tutto, a partire dagli sbalzi su rame ed ottone, I primi anni utilizzavo, in pittura, la tecnica ad olio, per poi passare con il tempo ai colori acrilici, abbandonando del tutto la prima. Quello che vede qui (e mi indica la pittura murale che riempie ogni centimetro della stanza) l’ho fatto perché sentivo la mancanza di Siena. Da bambino abitavo in Santa Caterina. Ritornando alle tecniche, da giovane mi piaceva molto la scultura, anche se all’Istituto d’Arte avevo deciso di seguire l’indirizzo di Pittura.
Se dovesse narrarci brevemente una “storia” dei suoi lavori, da dove partirebbe?
Innanzitutto inizierei con il dire che ho sempre pensato, fin da giovane, di lavorare e creare oggetti solo ed esclusivamente per uso personale, senza volerli vendere o guadagnarci. Detto questo, ho cominciato utilizzando le più svariate tecniche, con soggetti singolari e stravaganti, di pura fantasia e di difficile comprensione (corpi aggrovigliati, turbini di personaggi), utilizzando pochissimi colori, due o tre al massimo.
Come è cambiato il suo stile da quando ha aperto la bottega?
Da quel momento ho iniziato a fare tutto con l’intento di vendere. Questo mi ha portato a lavorare su qualunque oggetto, dai portaombrelli ai camini, dai piatti alle tegole.
Qual è il soggetto che in assoluto ama di più?
Indubbiamente il Palio. Sono un contradaiolo dell’Oca e quasi tutte le mie opere, a partire dagli anni dell’Istituto d’Arte, sono incentrate su questo.
Ha mai esposto le sue opere in mostre temporanee?
Quando ancora lavoravo nella mia bottega, qualche volta ho esposto le mie opere all’interno della società Trieste (della Nobile Contrada dell’Oca). In tempi più recenti ho presentato qualcosa qui a Castellina Scalo ed oggi, alcune mie opere, sono esibite all’interno del 103 art pizza bar in strada di Pescaia a Siena
Progetti futuri?
Al momento sto lavorando ad una Santa Caterina, uno sbalzo dipinto, per la chiesa di Castellina Scalo (o per Monteriggioni)
Ci parli dei suoi interessi al di fuori della pittura/scultura
Ho tanti interessi, a partire dal giardinaggio. Sono nato sulle “lastre”, come si dice a Siena, e non sapevo neanche cosa fosse la “terra” da bambino: l’ho capito solo dopo essermi trasferito qui (Castellina Scalo). Oggi, nei ritagli di tempo, mi occupo di un piccolo terreno. Oltre a questo, amo lo sci ed il mare, in particolare allontanarmi a largo con la barca e pescare. Sono inoltre un grande tifoso sia del Siena calcio che della Mens Sana Basket.
Ci racconti per concludere qualche aneddoto riguardante la sua carriera
Non per vantarmi, ma sono contento nel sapere che le mie opere sono sparse in tutto il mondo. Tanti stranieri che venivano alla mia bottega, spesso mi filmavano per immortalare i momenti salienti del mio lavoro. Un giorno, il nostro amato Tambus, mi chiese se volevo farmi pubblicità in televisione, forse su Canale3 Toscana. Io però, non avendo tanta voglia, decisi di non farne di niente. Mi piace ricordare che durante il periodo del servizio militare, Ovidio Vanni fu il mio maestro. Vorrei concludere con un episodio davvero simpatico: quando ero giovane andavo ad apprendere le tecniche ed imparare la manualità dell’artista da un signore che lavorava come infermiere. Appena capì che anche io volevo seguire il suo percorso, mi disse: “se vuoi fare l’artista, fallo per hobby”, ma io non gli ho dato retta!
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