C’era una volta…L’Eroica
Ci sono storie che meritano di essere raccontate.
Storie che si raccontano da sé.
Storie che si raccontano, e poi si raccontano di nuovo, e di nuovo.
Ci sono storie che ogni volta acquistano qualche nuovo particolare o un colore un po’ diverso.
E poi ci sono storie che… che ognuno ha la sua versione.
Questo è il caso de L’Eroica.
E’ un caso singolare quello de l’Eroica, nata nell’ormai lontano 1997, in sordina: novantadue partenti quella prima volta, perlopiù amici e curiosi, e al traguardo finale solo in ventotto.
Da allora si è evoluta in modo esponenziale, l’Eroica, conoscendo numeri sempre maggiori ed ogni sorta di imprevisto, accogliendo lungo la strada sempre nuovi amici e validi collaboratori, creando -talvolta suo malgrado- le sue piccole leggende e le sue tradizioni, tra edizioni baciate dal sole ed edizioni dure, piovose e fredde, tra quegli scherzosi (…scherzosi?) “ma io verrei anche solo per quella ribollita che date ai ristori…” con cui qualcuno sempre ci lusinga o quel black-out improvviso che, nel 2003, lasciò tutti alla luce fioca e suggestiva delle candele ad inseguire le ombre dei sogni e della leggenda.
Oggi l’Eroica è amata da tanti, in tutto il mondo: dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Francia… e da più lontano, dall’America, dal Giappone, persino dall’Australia. Ciclisti, visitatori, giornalisti… amici da più di quaranta paesi del mondo.
Ed ognuno ha la sua storia… per ognuno l’Eroica è Qualcosa. Ed è qualcosa di diverso rispetto agli altri. Non è solo una manifestazione, non è solo un momento di incontro e di scambio con altri appassionati di bici, non è solo un evento, non è una gara e non è solo una festa.
L’Eroica ha un po’ di ognuna di queste cose, ma non è strettamente nessuna di esse.
L’Eroica è Passione, è l’anima vera e viva di un ciclismo ‘leggendario’ che pulsa dalle cartoline sbiadite, dalle maglie di lana colorate, dai ricordi delle “vecchie glorie” che qui hanno l’occasione di incontrare giovani appassionati, dalle bici tirate giù dalle soffitte e pazientemente rimesse in sesto.
Una volta, anni fa, mi trovai per caso a scambiare due parole con un ‘eroico’ appena prima della partenza. Potevano essere le quattro e mezza o le cinque di mattina, lui stava sistemando il suo numero sulla bici ed io (che il numero glielo avevo appena consegnato insieme al pacco gara) pensai di incoraggiarlo un po’… dopotutto era prestissimo, era ancora buio ed il freddo pungeva me che avevo indosso la felpa ed un giaccone, figuriamoci lui con quella maglina di lana…
“Coraggio, coraggio…” gli dissi allora “E in bocca al lupo per oggi, eh!”
Lui sollevò gli occhi e mi lanciò un’occhiata ed un sorriso… un sorriso felice, luminoso, pieno di aspettativa… quei sorrisi che ti aspetti, sì, ma sulla faccia di un bambino la mattina di Natale.
Per qualche ragione mi stupì.
“Per lei non è la prima Eroica, vero?” gli chiesi allora.
“Eh, no!” disse, armeggiando con le luci, con un accento tutt’altro che toscano “E nemmeno l’ultima, glielo dico io!”
Mi strappò un sorriso.
“Ma lei…” dissi, senza riuscire a trattenermi “Lei perché viene all’Eroica?”
Mi guardò per un attimo… non so cosa vide nel mio sguardo, ma sorrise.
“Eh… ma lei lo sa.” disse “Lo sa perché anche lei è qui. Perché qui… qui c’è quest’aria…” con un piccolo gesto eloquente “Solo chi c’è stato, solo chi l’ha vissuta, lo può capire! E poi… poi, questa sì che sarà una Storia da raccontare, quando torno a casa. Una vera impresa. La mia. La mia Eroica!”
Aveva ragione: è davvero un’impresa, se ne cogli la poesia. Ed ognuno ha la sua a portata di pedale.
e brava la mia michy! Bell’articolo, mi tocchera` stamparlo! Bacioni
Brava Michy! Sei riuscita a sintetizzare il vero SPIRITO DELL’EROICA. Bella della zia (quell’altra)